Cappe per cucine industriali
La cappa per la cucina industriale è una tra le più importanti scelte che – chi apre un ristorante, un bar o un qualsiasi locale in cui viene cucinato e servito il cibo – si trova a dover compiere. Il settore è infatti ricco di soluzioni molto diverse tra loro, per prezzo e per tecnologia, e prendere una decisione – senza la consulenza di un esperto – è pressoché impossibile.
Come orientarsi, dunque, nel vasto mondo delle cappe industriali? Tutto dipende dalle proprie esigenze, dalla tipologia del proprio locale e dallo spazio a disposizione. In genere installate a un paio di metri da terra, e sporgenti di 20-25 centimetri rispetto al bordo degli elettrodomestici sottostanti, le cappe per cucine industriali devono essere relazionate al volume d’aria da estrarre, e dunque agli apparecchi di cottura presenti in cucina e ai fumi che questi emettono.
Importante è poi, indipendentemente dal modello scelto, che della cappa ci si prenda cura: al suo interno, a meno che non si scelga una cappa UV/C, si deposita in genere grasso che richiede d’essere opportunamente rimosso. Perché è solo con la pulizia e la manutenzione che si garantiscono l’igiene e la sicurezza della cucina, oltre al buon funzionamento del proprio sistema d’aspirazione.
Modelli e tipologie di cappe per cucine industriali
Diversi sono i modelli di cappe per cucine industriali che sul mercato si possono trovare. Il catalogo di AirVeber è in grado di soddisfare ogni esigenza, e di permettere a ciascuno di trovare il sistema d’aspirazione che fa al suo caso. Innanzitutto ci sono le cappe autoaspiranti, che si declinano in cappe snack (con o senza motore), cappe centrali (con o senza motore, oppure a flusso bilanciato), cappe parete (con o senza motore, oppure a flusso bilanciato), cappe serie cubica a parete o centrali.
La cappa snack è una costruzione monoblocco con filtri a labirinto: il modello senza motore ha una canalina filtri sagomata antigoccia per la raccolta dei grassi e una canalina perimetrale per la raccolta condensa, ma c’è anche la versione con motoventilatore a rotore esterno, centrifugo e a doppia aspirazione. Le stesse caratteristiche le hanno la cappa centrale e la cappa a parete.
Ci sono poi le cappe a flusso bilanciato, che immettono aria – sia a temperatura esterna che trattata – per compensare quella sottratta alla cucina durante l’aspirazione. La velocità di questo flusso d’aria, debitamente calibrato e indirizzato con dispositivi interni, provoca una depressione nella zona sottostante la cappa, che determina un elevato trascinamento delle fumane verso i filtri. In tal modo si aumenta la densità dei fumi aspirati, migliorando l’efficienza dell’aspirazione.
Le cappe per cucine industriali più innovative sono però le cappe UV/C, che uniscono l’efficacia dei tradizionali sistemi di filtraggio con l’efficienza delle lampade UV. L’ozono generato va a combattere odori e grassi, motivo per cui è questo il modello di cappa più efficiente e più funzionale, dal punto di vista della sicurezza e dell’igiene, ma anche della qualità dell’aria all’interno dell’ambiente.
Molto utilizzata, all’interno delle cucine professionali, è però anche la cappa a condensazione: questa non ha bisogno di alcuna canalizzazione per lo scarico dei vapori verso l’esterno, dal momento che l’aria estratta viene deumidificata e rilasciata nella cucina.
Cliccando sul seguente collegamento, potrai vedere tutti i vari modelli di cappe per cucine industriali .
Materiali e finiture delle cappe per cucine industriali
A livello di materiali e finiture, le cappe per cucine industriali sono in genere realizzate in acciaio inox 100%. Un materiale igienico, facile da pulire e resistentissimo alla corrosione, tanto da essere utilizzato per la quasi totalità dei modelli. I modelli AirVeber sono in acciaio inox 18/10 AISI 304 – un acciaio inox austenitico amagnetico, composto da un tenore di cromo tra il 18% e il 20% e di nichel tra l’8% e l’11% – con finitura Scotch-Brite® (ad eccezione delle cappe a condensazione e della cappe UV/C).
La centrale per la filtrazione e la deodorizzazione dell’aria e le centrali termoventilanti hanno invece un telaio in profilato di alluminio anodizzato, angoli in alluminio pressofuso e pannelli del tipo a doppia parete in lamiera plastificata con intercapedine di 25 mm isolata con poliuretano espanso; mentre il gruppo di filtrazione e deodorizzazione ad ingombro ridotto monta un telaio in profilato di alluminio anodizzato, angoli in nylon caricato vetro e pannelli del tipo a doppia parete in lamiera Aluzinc con intercapedine di 25 mm isolata con poliuretano espanso.
Prezzi cappe cucine industriali
I costi delle cappe per le cucine industriali variano molto, a seconda della tipologia scelta: ci sono modelli che costano poche centinaia di euro (come le cappe snack con filtri a labirinto, o le cappe modello cubica) e modelli che costano invece diverse migliaia di euro, come le cappe UV/C. Molto dipende dalla grandezza dalla cappa, dalla tecnologia che impiega, dal sistema di illuminazione, ma bisogna tenere a mente che una cappa più costosa – in genere – comporta minori spese a livello di manutenzione.
Pulizia e manutenzione
Allo stesso modo, anche la pulizia delle cappe industriali dipende molto dalla tipologia di cappa installata. Le cappe UV/C richiedono che la pulizia venga effettuata ogni 600 ore circa con un panno imbevuto di detergente, mentre le lampade UV dopo 8000 ore devono essere sostituite.
Le cappe di tipo tradizionale necessitano invece di una pulizia ai filtri antigrasso con una spazzola imbevuta d’acqua calda e di poco detersivo per i piatti; da evitare sono invece i prodotti anticalcare, polvere e latte abrasivi, prodotti universali aggressivi, spray antigrasso e spray da forno. In alternativa, possono essere lavati in lavastoviglie.